di Gaia Agnelli

Il "sesto senso": quella voce spesso inascoltata che invita a fidarci del nostro intuito
BARI – Viene chiamato “sesto senso”, “terzo occhio” o “intelligenza intuitiva” e rappresenta quella “voce interiore” che permette, attraverso l’istinto, di guidarci con coraggio in tutte le nostre scelte. Una percezione che va al di là di gusto, olfatto, tatto, vista e udito e che spesso, soprattutto in età adulta, tende a essere non più ascoltata in favore della logica e della razionalità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per conoscere meglio questa innato potere dell’uomo abbiamo intervistato il 36enne psicoterapeuta barese Marco Magliozzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cosa si intende per “sesto senso”?

Si tratta di una capacità della nostra mente: una sorta di “voce interiore” che ci aiuta ad avere le giuste “prime impressioni” su qualcuno o qualcosa, spingendoci poi a prendere delle scelte. Il tutto però in maniera intuitiva, inconscia e dunque non mediata dalla logica e dalla razionalità. Potremmo dire, più comunemente, che con il sesto senso si “pensa di pancia”, basandosi su emozioni ed esperienze già incorporate nella nostra mente. Un esempio molto frequente è quando si giudica “a pelle” una persona appena conosciuta: capita a tutti di farsi un’idea di qualcuno senza badare alle sue parole e ai suoi gesti, ma prendendo in considerazione soltanto le sensazioni che trasmette in quel momento, positive o negative che siano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma si parla di un qualcosa che viene studiato dalla scienza?

Certo: il nome scientifico di questa percezione reale è “intelligenza intuitiva”, termine coniato dal sociologo canadese Malcolm Gladwell. Uno dei primi grandi autori a studiarla fu il grande psicanalista Carl Gustav Jung. Fu lui a inserire l’“intuizione” tra le quattro funzioni psicologiche principali della mente, assieme al pensiero, alla sensazione e al sentimento. Negli ultimi anni poi l’argomento è stato oggetto di studi anche per le neuroscienze. Una ricerca più recente condotta dalla Washington University di Saint Louis, negli Stati Uniti, ha definito il punto esatto nel cervello dove il sesto senso sarebbe situato, ossia nella corteccia cingolata anteriore: una regione dell’encefalo tra i due emisferi destro e sinistro. Mentre secondo le filosofie orientali sarebbe collocato nella ghiandola pineale: sede del sesto chakra o “terzo occhio”, così chiamato perché si trova al centro della fronte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta di una capacità innata nell’uomo?

È un qualcosa che ogni essere umano possiede sin dalla nascita: fa leva sui nostri tratti più primitivi che da milioni di anni ci permettono di percepire i pericoli e di metterci in allerta quando siamo di fronte a situazioni nuove o poco chiare. L’utilità del sesto senso, infatti, è proprio quella di fungere da “campanello d’allarme”: ci prepara ad affrontare le novità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure spesso l’intuito non viene utilizzato…

Crescendo e diventando adulti gli esseri umani perdono una buona parte della propria capacità intuitiva, tipica invece dei bambini. Si tende a dare molto più spazio alla logica, alla razionalità e al desiderio di tenere tutto sotto controllo. Il motivo risiede nell’educazione che si riceve: scuola e università ci preparano a una società basata sulla diade “successo e fallimento” che allontana gradualmente i giovani dalla creatività e dall’immaginazione, lì dove “vive” l’intuizione. Diventando grandi aumenta sempre più il timore di sbagliare e questo comporta nelle persone un’insicurezza tale da rallentare e “deviare” i processi decisionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


C’è un modo per recuperare l’intuizione perduta?

Fortunatamente, anche se lo si ignora e trascura, il sesto senso non ci abbandona mai: se lo si vuole ritrovare basta “allenarlo”. Per farlo è necessario ritagliarsi dei momenti per sé stessi, ad esempio praticando la meditazione o la mindfulness, ossia il raggiungimento della consapevolezza tramite la respirazione. Basta sedersi a occhi chiusi e gambe incrociate per poi spostare tutta l’attenzione sul proprio respiro e sulle sensazioni del corpo. Ma utili sono anche l’ipnosi e il training autogeno, una tecnica di rilassamento autonoma che consiste in alcuni esercizi fisici di rilassatezza muscolare e di concentrazione, finalizzati a distendere corpo e mente. Si tratta di tecniche di introspezione, con le quali ci si “sintonizza” con le proprie emozioni più profonde, raggiungendo uno stato di benessere che stimola parti della nostra mente spesso trascurate, tra cui l’intuito. È anche utile cimentarsi in attività creative quali scrittura, musica, pittura e l’arte che vanno a sollecitare l’emisfero destro del cervello, la sede della creatività e dell’immaginazione, sorelle dell’intuizione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma l’intelligenza intuitiva è infallibile?

Non è infallibile dato che, facendo leva su inconscio e istinto, ossia due funzioni psichiche per natura individuali, è soggettiva. In poche parole ciò che per noi è sempre giusto può rivelarsi sbagliato in determinati contesti. Per questo non possiamo utilizzare il “terzo occhio” come unica modalità di decisione nella vita: è necessario controbilanciarlo con la razionalità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spieghi meglio…

Gli estremi sono sempre controproducenti. Non si possono prendere decisioni solamente seguendo la “voce interiore”, come non è possibile ragionare sempre troppo scervellandosi in ragionamenti logici che portano al blocco e alla paura di scegliere. L’amore, ad esempio, è una rappresentazione di questa diade di funzioni psicologiche, perché ci si fa trasportare sempre troppo dall’istinto o, al contrario, dalla ragione. In entrambi i casi però si rischia di farsi male: nel primo imbattendosi in relazioni “complicate” dovute all’assenza della conoscenza necessaria dell’altro e nel secondo vivendo con la paura di fare sempre il primo passo. Una scelta saggia è quindi quella che deriva dal perfetto equilibrio tra intuito e ragione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come fare a raggiungere questo equilibrio?

Imparando a conoscere meglio se stessi. Se un individuo, tramite la sua esperienza, si rende conto di essere troppo impulsivo e avventato nelle decisioni, dovrà cominciare a riflettere un po’ di più. Al contrario se capisce di essere troppo razionale, con il tempo dovrà lavorare per diventare più flessibile e intuitivo. L’importante però è avere il coraggio di scegliere, nella consapevolezza che “sbagliando si impara”. Bisogna essere “flessibili” all’errore, senza darsi troppe colpe: ci sarà sempre il modo per correggere il nostro comportamento in futuro, quando ci troveremo davanti a situazioni simili. E sì, dobbiamo fidarci un po’ di più del nostro istinto, che rappresenta la capacità umana di vedere al di là delle apparenze, percependo la verità in modo molto più sottile.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Gaia Agnelli
Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)